Dall’analisi di un ampio database è emerso che l'uso delle statine, farmaci per ridurre il colesterolo, è associato a un aumento del rischio di malattia di Parkinson.
Questo dato è in contrasto con precedenti ricerche che avevano indicato un effetto protettivo di questi farmaci per la malattia di Parkisnon.
Sono stati analizzati i dati della bancadati MarketScan Commercial Claims and Encounter su 30.343.035 persone di età compresa tra i 40 e i 65 anni per il periodo 2008-2012.
Sono stati identificati 21.559 persone con malattia di Parkinson.
Nell'analisi trasversale, l'uso di farmaci che abbassano il colesterolo, statine o non-statine, appare associato a una significativa maggiore prevalenza di malattia di Parkinson ( odds ratio [ OR ] 1.61-1.67; P inferiore a 0.0001 ) dopo aggiustamento per età, sesso e altre patologie concomitanti, come iperlipidemia, diabete mellito, ipertensione e malattia coronarica.
E’stata anche esaminata l'associazione tra statine e malattia di Alzheimer, ma è stata riscontrata solo una associazione minima ( OR, 1.01-1.12; P = 0.055 ).
Le correlazioni tra farmaci ipocolesterolemizzanti e malattia di Parkinson sono risultate più forti tra i pazienti con iperlipidemia; non sono state riscontrate differenze significative sul rischio di malattia di Parkinson tra le statine lipofile o idrofile, così come per gli altri farmaci che abbassano il colesterolo non-statinici.
Per spiegare questo effetto negativo delle statine riguardo a questa malattia neurodegenerativa si ipotizza che il colesterolo abbia un’azione protettrice nei confronti della malattia di Parkinson; le statine abbassando i livelli di colesterolo potrebbero annullare questa protezione.
Un'altra ipotesi è che le statine possono bloccare non solo la sintesi del colesterolo, ma anche la sintesi del coenzima Q10 che è essenziale per la funzione cellulare.
Nell'analisi trasversale, sia le statine sia i farmaci non-statinici, sono risultati associati a malattia di Parkinson, ma nell’analisi caso-controllo solo le statine sono rimaste significativamente associate al rischio di malattia di Parkinson.
Il rischio più alto era correlato al primo periodo di assunzione delle statine ( OR=1.93 per meno di 1 anno di utilizzo; 1.83 per 1-2.5 anni e 1.37 per 2.5 anni o più; P per tendenza inferiore a 0.0001 ).
Poiché l'aumento del rischio di Parkinson è più probabile nel primo anno di assunzione delle statine, è ipotizzabile che le statine facciano emergere i segni e i sintomi del Parkinson in fase iniziale.
E’ necessaria cautela prima di impiegare le statine come farmaci protettivi della malattia di Parkinson. ( Xagena2016 )
Fonte: American Neurological Association ( ANA ) Annual Meeting, 2016
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