Una analisi di uno studio di coorte ha mostrato che una maggiore assunzione di vitamine C ed E è stata associata a un rischio ridotto di malattia di Parkinson.
Inoltre, l'indice di massa corporea ( BMI ) e il consumo di caffè sono apparse influenzare l'entità dell'effetto di queste vitamine sul rischio di Parkinson.
Il beta-Carotene alimentare e la capacità antiossidante non-enzimatica ( NEAC ) alimentare non hanno avuto alcun effetto su questo rischio.
I risultati dello studio hanno evidenziato che l'effetto protettivo delle vitamine alimentari sul rischio di malattia di Parkinson potrebbe essere limitato a vitamine specifiche, come la vitamina E e C.
Pertanto, l'implementazione di cibi nella dieta che sono ricchi di vitamina E e C potrebbe aiutare a prevenire lo sviluppo della malattia di Parkinson.
Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati.
Inoltre, non è ancora ben definito quali siano le quantità più vantaggiose di assunzione di vitamina E e C per ridurre il rischio di malattia di Parkinson.
La ricerca è stata pubblicata su Neurology.
I ricercatori hanno ipotizzato che lo stress ossidativo possa contribuire alla patogenesi della malattia di Parkinson, caratterizzata da perdita di cellule dopaminergiche.
Inoltre, rispetto allo stress ossidativo, gli acidi grassi polinsaturi nel cervello subiscono la perossidazione lipidica e producono tossine.
Gli antiossidanti alimentari eliminano le specie reattive dell'ossigeno e quindi possono proteggere dai danni neuronali.
Sono stati presi in esame i dati della Swedish National March Cohort ( SNMC ) per esaminare l'effetto dell'assunzione di antiossidanti sul rischio di Parkinson.
La coorte ha riguardato 43.865 persone che hanno risposto a un questionario di 36 pagine sui fattori dello stile di vita e sulla storia medica.
Sono stati esclusi tutti i partecipanti che erano morti, emigrati o hanno ricevuto una diagnosi di Parkinson prima dell'inizio del follow-up.
Poiché le evidenze sull'associazione tra singoli antiossidanti e il rischio di Parkinson non sono coerenti, è stata analizzata la relazione tra la capacità antiossidante totale ( nota anche come NEAC ) della dieta e il rischio di malattia di Parkinson.
Il NEAC tiene conto delle interazioni tra antiossidanti.
Come parte del questionario, i partecipanti hanno riportato il consumo medio di vari cibi e bevande durante l'anno precedente.
I ricercatori hanno collegato le informazioni dietetiche dei partecipanti al database della composizione alimentare nazionale svedese e hanno utilizzato questi dati per stimare l'assunzione totale di vitamina E, vitamina C, beta-Carotene e NEAC nella dieta.
Hanno anche utilizzato le risposte al questionario per calcolare l'indice di massa corporea dei partecipanti e l'attività fisica quotidiana.
E' stato condotto il follow-up esaminando i dati dei partecipanti nei Registri sanitari nazionali e demografici svedesi.
I pazienti sono stati seguiti per il periodo 1997-2016. Il follow-up è terminato alla diagnosi di Parkinson, decesso, emigrazione o in data 31 dicembre 2016, a seconda di quale evento si fosse verificato per primo.
Sono stati controllati i potenziali fattori di confondimento, come sesso, indice BMI, attività fisica totale, istruzione, fumo e assunzione di alcol.
L'analisi ha riguardato 41.058 partecipanti. Il tempo medio di follow-up è stato di 17.6 anni, durante i quali sono stati rilevati 465 casi incidenti di malattia di Parkinson.
L'età media alla diagnosi era di 74.6 anni.
I partecipanti al livello più alto di assunzione di vitamine e NEAC erano generalmente più anziani, più istruiti e consumavano maggiori quantità di frutta e verdura.
I partecipanti al terzile più basso avevano maggiori probabilità di essere fumatori e avevano una maggiore assunzione totale di latticini.
Dopo aver aggiustato i dati per potenziali confondenti, i ricercatori hanno scoperto che il rischio di Parkinson era inferiore del 32% tra le persone nel più alto terzile di assunzione di vitamina E, rispetto a quelle nel terzile più basso.
Anche i partecipanti al terzile più alto di assunzione di vitamina C, rispetto a quelli del terzile più basso, avevano un rischio inferiore del 32% di Parkinson.
Inoltre, i partecipanti al terzile più alto di assunzione di vitamina E e C avevano un rischio inferiore del 38% di Parkinson rispetto a quelli del terzile più basso.
Non è stata evidenziata alcuna associazione tra beta-Carotene dietetico o NEAC e rischio di Parkinson.
Le analisi dei sottogruppi hanno indicato che la vitamina E ha avuto un effetto più forte sulle persone in sovrappeso o obese. Tali pazienti che erano nel più alto terzile di assunzione di vitamina E avevano un rischio inferiore del 56% di Parkinson.
Inoltre, tra i partecipanti con un basso consumo di caffè, quelli nel più alto terzile di assunzione di vitamina C avevano un rischio ridotto del 46% di Parkinson.
Tra i partecipanti in sovrappeso e obesi, quelli nel più alto terzile di assunzione di vitamina C avevano un rischio inferiore del 48% di Parkinson. ( Xagena2020 )
Fonte: Università di Milano-Bicocca, Milano 2021
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