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Effetto della Atorvastatina ad alte dosi su attività neurale e funzione cognitiva


La risonanza magnetica funzionale ( fMRI ) non è stata utilizzata per valutare gli effetti delle statine sul cervello.
È stato valutato l'effetto delle statine sulla attività cognitiva utilizzando valutazioni neuropsicologiche standard e l'attivazione neurale cerebrale con fMRI su due compiti.

Uomini e donne sani naive alle statine di età media pari a 48 anni sono stati randomizzati a 80 mg/die di Atorvastatina ( Torvast ) ( n=66; 27 uomini ) oppure placebo ( n=84; 48 uomini ) per 6 mesi.
I partecipanti hanno completato i test cognitivi durante lo studio e 2 mesi dopo la cessazione del trattamento utilizzando versioni alternative di test e compiti.

Ci sono stati pochi cambiamenti nei test neuropsicologici standard con trattamento farmacologico ( tutti P maggiore di 0.56 ).

La risposta totale e ritardata alla scala HVLT ( Hopkins Verbal Learning Test ) rivista è aumentata in entrambi i gruppi ( P minore di 0.05 ).

Il punteggio alla scala SCW ( Stroop Color-Word ) è aumentato ( P  minore di 0.01 ) e il 18-Point Clock Test è diminuito nel gruppo placebo ( P=0.02 ) dopo la sospensione del farmaco.

Ci sono state, tuttavia, piccole ma significative interazioni di gruppo per ciascun task fMRI: i partecipanti trattati con placebo hanno presentato una maggiore attivazione nel putamen / striato dorsale del lato destro durante la fase di mantenimento del task di Sternberg mentre erano in trattamento con placebo, ma l'effetto si è invertito dopo il washout del farmaco ( P minore di 0.001 ).

I partecipanti in trattamento con Atorvastatina hanno avuto una maggiore attivazione nel precuneo bilaterale durante la fase di codifica del task Figural Memory durante il trattamento con il farmaco, ma l'effetto si è invertito dopo il washout ( P minore di 0.001 ).

In conclusione, 6 mesi di terapia con Atorvastatina ad alte dosi non sono risultate associate a cambiamenti misurabili nei punteggi dei test neuropsicologici, ma hanno evocato differenze transitorie nei modelli di attivazione cerebrale.
Sono necessari studi clinici più ampi e a più lungo termine per confermare questi risultati e valutarne le implicazioni cliniche. ( Xagena2018 )

Taylor BA et al, Am Heart J 2018; 197: 166-174

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