Si è determinato se l'esposizione a impatti sulla testa ripetuti in una singola stagione influisca sulle misure di diffusione della materia bianca in atleti universitari di sport di contatto.
Lo studio di coorte prospettico è stato svolto in un programma atletico della Division I NCAA in 80 atleti universitari di football e hockey su ghiaccio che non avevano subito commozione cerebrale e che indossavano caschi in grado di registrare l’accelerazione della testa in seguito agli impatti e in 79 atleti di sport senza contatto fisico.
La valutazione si è verificata prima dell’inizio della stagione agonistica e poco dopo la sua fine mediante imaging del tensore di diffusione e misure neurocognitive.
È stata rilevata una significativa ( P=0.011 ), differenza tra gruppi di atleti per diffusività media nel corpo calloso.
L’anisotropia frazionaria alla fine della stagione è risultata differente ( P=0.001 ) nell'amigdala ( 0.238 vs 0.233 ).
Le misure di esposizione all’urto della testa sono risultate correlate con le misure di diffusività della sostanza bianca in diverse regioni del cervello, tra cui il corpo calloso, l’amigdala, la sostanza bianca cerebellare, l’ippocampo e il talamo.
L'entità della variazione della diffusività media del corpo calloso alla fine della stagione sportiva è stata associata con una peggiore performance in una misura di apprendimento verbale e di memoria.
In conclusione, questo studio ha indicato una relazione tra esposizione a urto sulla testa, misure di diffusione della sostanza bianca e cognizione nel corso di una sola stagione, anche in assenza di commozione cerebrale diagnosticata, in una coorte di atleti universitari.
È necessario un ulteriore lavoro per valutare se tali effetti siano di breve durata o persistenti. ( Xagena2014 )
McAllister TW et al, Neurology 2014; 82: 63-69
Neuro2014